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Frane ed alluvioni sono processi frequenti sul territorio Lombardo

Schede > Il Rischio

Le prime si concentrano nella zona montuosa alpina e prealpina, mentre le alluvioni si presentano sia in zone di pianura che di montagna, con caratteristiche abbastanza differenti.
Questi fenomeni spesso si riattivano e avvengono con maggior frequenza in zone dove si sono già verificati, o dove cause predisponenti e di innesco tendono a ripetersi. Per poter fare attività di prevenzione è quindi importante capire quali sono e possono essere le zone maggiormente colpite o colpibili dalle singole tipologie di fenomeni, o quelle in cui si ha un maggiore numero e valore di elementi esposti.
I fenomeni legati al rischio idrogeologico hanno delle caratteristiche specifiche che ne controllano la mappabilità, la possibilità di raccolta dati e di analisi. Le peculiarità che possono essere elencate sono le seguenti:
diversità dei processi coinvolti, raggruppati in poche classi tipologiche
distribuzione spaziale più discreta per frane e valanghe, più diffusa sul territorio per le alluvioni
fenomeni di frana più continui nel tempo (durata e attività), ma meno ripetibili nello stesso punto rispetto alle valanghe che sono marcatamente di breve durata e stagionali e si possono comunque ripetere stagionalmente nella stessa area
elevata ripetibilità per le alluvioni
modalità di impatto sul territorio più locale o discreta per frane e valanghe, più regionale o estesa per le alluvioni
controllo della topografia sulle fasi di innesco e di propagazione
fortissima dipendenza dai fattori meteo-climatici, soprattutto in relazione ai fattori di innesco


Frane
Per frana si intende il “movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante”.
Le cause che predispongono e determinano questi processi di destabilizzazione sono molteplici, complesse e spesso combinate tra loro. Oltre alla quantità d’acqua, oppure di neve caduta, anche il disboscamento e gli incendi sono causa di frane: nei pendii boscati, infatti, le radici degli alberi consolidano il terreno e assorbono l’acqua in eccesso.
I territori alpini ed appenninici del Paese, ma anche quelli costieri, sono generalmente esposti a rischio di movimenti franosi, a causa della natura delle rocce e della pendenza, che possono conferire al versante una certa instabilità. Inoltre, le caratteristiche climatiche e la distribuzione annuale delle precipitazioni contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità del territorio.
Anche l’azione dell’uomo sul territorio può provocare eventi franosi. L’intensa trasformazione dei territori operata dalle attività umane spesso senza criterio e rispetto dell’ambiente (costruzione di edifici o strade ai piedi di un pendio o a mezza costa, di piste da sci,ecc.) può causare un cedimento del terreno.
Le frane presentano condizioni di pericolosità diverse a seconda della massa e della velocità del corpo di frana: esistono, infatti, dissesti franosi a bassa pericolosità poiché sono caratterizzati da una massa ridotta e da velocità costante e ridotta su lunghi periodi; altri dissesti, invece, presentano una pericolosità più alta poiché aumentano repentinamente di velocità e sono caratterizzati da una massa cospicua.
Ai fini della prevenzione, un problema di non semplice risoluzione è quello di definire i precursori e le soglie, intese sia come quantità di pioggia in grado di innescare il movimento franoso che come spostamenti/deformazioni del terreno, superati i quali si potrebbe avere il collasso delle masse instabili.

Alluvioni

Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico e si verificano quando le acque di un fiume non vengono contenute dalle sponde e si riversano nella zona circostante arrecando danni a edifici, insediamenti industriali, vie di comunicazione, zone agricole.Le alluvioni più importanti che hanno interessato l’Italia e che hanno comportato un pesante bilancio sia in termini di perdita di vite umane che di danni, sono state quelle del Po nel Polesine (1951), dell’Arno (1966) e del Po nel Nord Italia (1994 e 2000).
Tuttavia in Italia sono frequenti alluvioni che si verificano in bacini idrografici di piccole dimensioni a causa di precipitazioni intense e localizzate che sono difficili da prevedere. Tali bacini sono caratterizzati da tempi di sviluppo delle piene dell’ordine di qualche ora che determinano alluvioni di elevata pericolosità che spesso provocano vittime, danni all’ambiente e possono compromettere gravemente lo sviluppo economico delle aree colpite.
Le alluvioni sono fenomeni naturali, tuttavia tra le cause dell’aumento della frequenza delle alluvioni ci sono senza dubbio l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio, che impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno aumentano i quantitativi e le velocità dell’acqua che defluisce verso i fiumi. La mancata pulizia di questi ultimi e la presenza di detriti o di vegetazione che rendono meno agevole l’ordinario deflusso dell’acqua sono un’altra causa importante.
È possibile ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni sia attraverso interventi strutturali quali argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori, drizzagni, sia attraverso interventi non strutturali, come quelli per la gestione del territorio o la gestione delle emergenze: in quest'ultimo caso, sono fondamentali la predisposizione del sistema di allertamento, la stesura dei piani di emergenza, la realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività previste nei piani stessi.
In particolare un efficiente sistema di allertamento basato su modelli di previsione collegati ad una rete di monitoraggio è fondamentale per allertare gli organi istituzionali presenti sul territorio con il maggior anticipo possibile e ridurre l’esposizione delle persone agli eventi nonché limitare i danni al territorio attraverso l’attuazione di misure di prevenzione in tempo reale.

La provincia di Lecco è ad rischio idrogeologico


Per maggiori informazioni visita il sito
di Regione Lombardia:
http://www.protezionecivile.regione.lombardia.it/

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