Livelli di previsione e pianificazione rischi in Lombardia
Valutazione del Rischio Integrato Totale
Il primo livello di pianificazione del rischio integrato è a scala regionale. Per rischio integrato si intende il “grado o livello di criticità” ovvero ”insicurezza”, causato da una molteplicità di rischi. Le aree a rischio sono quelle in cui si verifica la presenza concomitante di sorgenti di pericolo e di elementi esposti ad esse vulnerabili, considerato anche il grado di resilienza del territorio.L’accuratezza del rischio totale, riportato su base cartografica, per l’intero territorio lombardo ha un livello di precisione definito dal grado di conoscenze del singolo fenomeno in una data area. Il Rischio Integrato Totale viene codificato attraverso una mappa a maglia quadrata di 1km per 1km, calcolando per ogni cella il risultato dalla combinazione lineare dei valori di Rischio Totaledegli otto rischi considerati.
Individuazione del Rischio Integrato d’Area
Il secondo livello di pianificazione mira ad individuare il Rischio Integrato d’Area ovvero il rischio cui è complessivamente sottoposto un territorio di estensione limitata, sia nel breve sia nel medio – lungo periodo, a seguito della presenza di più fattori di rischio che possono agire indipendentemente (ricomposizione del rischio) o in modo concatenato (effetto domino), con particolare attenzione ai fattori di rischio a bassa frequenza di accadimento e alta magnitudo delle conseguenze e utilizzando tra questi, come fattore di rischio guida, quello tecnologico.L’integrazione deve considerare in maniera oggettiva e contestualizzata al territorio i rischi presenti, dando priorità a quello effettivamente emergente. Essa riguarda innanzitutto le sorgenti di rischio e rappresenta l’esigenza di considerare tutti i rischi presenti in una data area con le seguenti possibilità di accadimento dovute alla compresenza di più eventi in contemporanea ed il loro concatenamento (effetto domino).
Questo livello di pianificazione deve elaborare una visione sistemica che, accanto alle fonti di rischio, consideri anche l’esposizione e la vulnerabilità sociale e territoriale in modo più preciso e puntuale di quanto non abbia già affrontato il livello precedente di pianificazione. Pur non entrando nel dettaglio specifico, l’obiettivo di questo livello di pianificazione deve mirare a raccogliere e rielaborare informazioni a scala sovracomunale sufficienti per consentire una pianificazione di dettaglio comunale.
Definizione accurata del rischio locale
Il terzo livello di pianificazione deve essere elaborato ad una scala di dettaglio che definisce con accuratezza il grado di rischio locale differenziato e differenziabile (valutazione dei possibili scenari anche secondo quanto già individuato in termini di “effetti domino” nel piano d’area) anche all’interno del medesimo ambito amministrativo e delinea con altrettanto dettaglio ed accuratezza (ovvero per scenario possibile) le azioni di riduzione e mitigazione dei rischi indicandone anche una stima economica e un grado di fattibilità, nonché stilando una lista di priorità anche mediante l’applicazione di un sistema di indicatori per la valutazione dell’efficacia degli interventi al fine anche di poter ipotizzare un piano pluriennale di interventi. Il presente livello di pianificazione richiede un approfondimento delle conoscenze dei dati storici locali di ogni singolo rischio preso in esame e una attenta loro rielaborazione, nonché una valutazione degli effetti domino possibile tra i medesimi in rapporto all’esposizione e alla vulnerabilità sociale tenendo conto anche delle trasformazioni economico-sociali e urbanistiche programmate ed attese nel piano di sviluppo del territorio comunale.
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di Regione Lombardia:
http://www.protezionecivile.regione.lombardia.it/